Con il termine diaspro (parola di origine persiana) si indica una roccia sedimentaria mono-mineralogica, ossia formata da un unico minerale, composta da quarzo (SiO2), e contenente sovente alcune impurità, solitamente atomi di ferro che conferiscono alla roccia vivaci colorazioni, rendendola ricercata come pietra semi-preziosa per la lavorazione in opifici. Il diaspro appare generalmente di colore rosso mattone (per inclusioni microcristalline di ossidi di ferro, principalmente ematite Fe2O3) o verde con varie tonalità (per la presenza di microcristalli di anfiboli e pirosseni). Può anche assumere tonalità giallastre o nere (per l’inclusione di ossidi di manganese); una certa percentuale della composizione è rappresentata da calcedonio, composto criptocristallino della silice. Il diaspro presenta fratture concoidi (bordi taglienti come quelli del vetro o del quarzo) ed è molto compatto e resistente, tanto da risultare un materiale utile per la produzione di punte, lame ed altri utensili delle industrie litiche dall’Homo erectus in avanti: è infatti una roccia del tutto simile alla selce. Il diaspro si forma generalmente per compattazione di gusci silicei di diatomee e/o radiolari (rispettivamente piante e animali unicellulari planctonici), oppure per precipitazione chimica della silice stessa, depositatasi come gel sui fondali marini entro la linea di compensazione della silice, posta a circa 1000 metri di profondità.